Breve digressione tra le principali differenze che occorrono tra una un’intelligenza artificiale e ciò che è una semplice automazione
Negli ultimi mesi il termine “Intelligenza artificiale” è entrato un po’ ovunque nelle agende politiche e sociali dopo che con ChatGPT si sono materializzati degli utilizzi reali di questo tipo di tecnologia. Come sempre la prima reazione è stata di disgusto, rifiuto, aberrazione: la più classica delle accezioni è stata “perderemo un sacco di posti di lavoro” ma non sono mancate le estremizzazioni come “tra non molto le macchine prenderanno il sopravvento” aka moriremo tutti. Non sono uno psicologo ma non ci voleva un genio per prevedere una reazione simile che, si può tranquillamente a mio avviso, derubricare come una declinazione della più generale resistenza al cambiamento. Naturalmente c’è anche ha cominciato a sfruttarne le positività: da quelli che si sono fatti scrivere le ricerche a scuola a chi ci ha scritto pure dei libri a “quattro mani”. Un fatto è che dai tempi di Asimov e delle sue leggi della robotica l’AI non è più solo fantascenza ma sta divenendo realtà.
1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
Isaac Asimov – I Robot
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Fatta questa premessa, una cosa che fatico sempre molto a differenziare è ciò che è relamente una AI da ciò che è una semplice automazione. E quindi mi sono detto chiediamolo a ChatGPT.
Ecco cosa dice in particolare come spiega le differenze l’AI stessa:
Automazione Classica:
- L’automazione classica coinvolge la programmazione di regole e procedure fisse per eseguire compiti specifici.
- Le attività di automazione classica sono basate su algoritmi e logica predeterminata, senza la capacità di apprendimento o adattamento.
- Le azioni da eseguire e le condizioni per eseguirle sono esplicitamente definite dal programmatore.
- L’automazione classica è efficace per compiti ripetitivi e ben definiti, ma può mancare di flessibilità per gestire situazioni impreviste o complesse.
Intelligenza Artificiale:
- L’intelligenza artificiale è in grado di apprendere dai dati e adattarsi all’ambiente senza essere esplicitamente programmati per compiere determinate azioni.
- Gli algoritmi di intelligenza artificiale possono analizzare grandi quantità di dati per rilevare modelli e tendenze, e utilizzare queste informazioni per prendere decisioni o eseguire azioni.
- Le IA possono essere addestrate su una varietà di compiti e possono migliorare le loro prestazioni nel tempo attraverso l’apprendimento continuo.
- Le IA possono affrontare compiti più complessi e ambigui rispetto all’automazione classica, poiché sono in grado di interpretare e comprendere dati non strutturati o situazioni in evoluzione.
Tutto abbastanza condivisibile e chiaro almeno nella teoria. Mi sorge comunque il dubbio che non è raro che si spacci l’una per l’altra ammesso che poi sia effettivamente sbagliato provare a separarle. Di certo si tende a volte, nelle discussioni da bar ma non solo a dare dell’intelligenza anche a qualcosa che d’intelligenza effettivamente non ne ha. Una macchina può essere bravissa ad eseguire un’automazione: sempre le stesse azioni per cui è programmata e sempre nello stesso modo (probabilmente molot preciso), senza però fare mai un salto che la porti a mettere in discussione quanto fatto finora e migliorarlo. Un buon esercizio potrebbe essere quello di provare a trovare un applicazione pratica in cui scendere nei dettagli e provarne le differenze.